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martedì 27 gennaio 2009

Che bella la tecnologia !


L'ho corteggiato per qualche settimana, tra articoli di web magazine ed esposizioni di negozi specializzati, e alla fine mi sono deciso, e l'ho fatto mio.  

Sto parlando del Samsung Nc10, un netbook con display da 10,2".
 Stesso ingombro di una agenda, come verificabile in foto, leggerissimo ma sufficientemente performante e ricco di dotazioni (HD 160 Gb, Ram 1 Gb, webcam, WiFi, Bluetooth, lettore Sd ...).  
 Display piccolo, ma non microscopico come altri concorrenti.
 Bello, da portare ovunque con estrema disinvoltura nella tasca di un giaccone, talmente piccolo che in una 24ore si perde quasi, credetemi ...  

 
Un giocattolino da grandi (detto così, suona un pò equivoca, lo ammetto).
Me lo spupazzo per casa, anche nelle stanze finora off limits per qualsiasi computer. E se proprio devo riconoscergli un difetto, è un pochino troppo leggero, quando lo collego ad un proiettore esterno per presentazioni tipo Powerpoint, devo prestare la massima attenzione al cavo di collegamento, altrimenti vola via ...
E poi, una autonomia monstre di 6-7 ore, con display e  wifi accesi.
 Ne sono innamorato, che ci posso fare.
 Consigliatissimo, soprattutto come secondo computer in casa o al lavoro.
 Consigliatissimo, ammesso che riusciate ad acquistarlo: è praticamente introvabile nei negozi, qualcosa si trova ancora in rete.

domenica 18 gennaio 2009

Quando madre significa fuorilegge


 Un caso dai forti contorni umanitari ed affettivi che sta arrivando all'assurdo epilogo di vedere la madre privata dei figli e della propria libertà solo per il fatto di non essere cittadina tedesca.

 Un caso che testimonia, ove non fosse ancora palese, che l'Europa unita è un traguardo lontanissimo, che le istituzioni nazionali continuano ad operare in assoluta autonomia e secondo principi illogicamente nazionalistici.  Ed il termine nazionalistico, proprio per un caso che interessa la Germania, non è stato utilizzato a caso - da Wikipedia " .... dottrine ed i movimenti che sostengono l'affermazione, l'esaltazione ed il potenziamento della nazione intesa come collettività omogenea, ritenuta depositaria di valori tradizionali tipici ed esclusivi, del patrimonio culturale e spirituale nazionale ....

 Chi vuole intendere, intenda. Ma, soprattutto, le istituzioni italiane e comunitarie si impegnino, si mobilitino affinchè questi drammi familiari non si consumino più in paesi "civili" appartenenti alla stessa Europa Unita.

da www.corriere.it - articolo di Danilo Taino del 22 dicembre 2008

Oggi, la vita di Marinella Colombo potrebbe crollare. Rischia cinque anni di prigione perché si è trasferita a Milano. Soprattutto, rischia che i suoi due figli, di sei e dieci anni, al momento «latitanti», vengano presi, «portati in un istituto in Germania e poi affidati a una famiglia tedesca — dice —. Con la prospettiva di non vederli più». Una madre contro lo Jugendamt, l'Ufficio per i minori tedesco che ha poteri di influenza sulle vite dei bambini e delle famiglie che non hanno uguali in nessun altro Paese d'Europa. È la battaglia di una donna per salvarsi, con i suoi figli, da un potere molto spesso positivo, altre volte intrusivo fino alla disperazione. Lo Jugendamt ha il compito di verificare il benessere dei minorenni e in genere svolge un'opera importante nei casi di violenza, abusi, malnutrizione. Altre volte, però, la sua attività è più che controversa: la tendenza a impedire che bambini nati in Germania da un genitore tedesco e uno straniero lascino il Paese è stata denunciata in centinaia di petizioni al Parlamento europeo, al Consiglio d'Europa e alle Nazioni Unite. Questo è il primo caso che coinvolge una cittadina italiana, ma le vicende simili sono molte: nelle scorse settimane, per dire, una madre polacca, Beata Pokrzeptovicz, ha scosso la Germania e soprattutto la Polonia quando ha «rapito », a Düsseldorf, il figlio di nove anni, disperata perché lo Jugendamt le impediva di vederlo. Marinella Colombo e Jörg Tobias Ritter si separano alla fine del 2006. I figli, Leonardo e Nicolò, sono in affido congiunto con residenza principale presso la madre, a Taufkirchen, nei pressi di Monaco di Baviera. A inizio 2008, alla signora Colombo viene offerto «un ottimo» lavoro a Milano. Iniziano così le procedure legali per avere il permesso di trasferirsi con i bambini in Italia. Nella dichiarazione che scrive al tribunale tedesco, si impegna a portare i figli una volta al mese a Monaco dal padre e a permettergli di visitarli a Milano. Nel frattempo, il tribunale aveva nominato due curatori dei figli, funzionari legati allo Jugendamt, di fatto terzi genitori con il compito di garantire il bene dei bambini. «Da quel momento, si ingeriscono nella loro vita — racconta la madre —. Li interrogano a lungo chiusi in una stanza, da soli, uno per volta. Quando sono con il padre impediscono loro di telefonarmi. Disperati, ovviamente, pianti convulsi: dopo due anni così, hanno terrore di tutto ciò che è tedesco, loro che sono perfettamente bilingui».


Lo scorso giugno, la richiesta di trasferimento viene respinta. Il 24 agosto, la polizia di Monaco emette un mandato di arresto europeo per la signora Colombo per sottrazione di minori. I quali, in realtà, in quel momento sono in vacanza con il padre. Lei, ignara, si presenta all'udienza di ricorso per il trasferimento, il 2 settembre. Ma non viene arrestata. Il tribunale si limita a respingere il ricorso. «A un certo punto ho capito, definitivamente, che stavano costruendo un caso — dice —. Che avrebbero cercato di non fare uscire i bambini dalla Germania, in nessun modo, e poi di togliermi l'affido». Il 14 settembre, dunque, prende Leonardo e Nicolò e guida da Monaco a Milano. Il 24 settembre parte un altro mandato di arresto e il 27 ottobre Marinella Colombo si costituisce, a Milano, rilasciata poi con l'obbligo di firma settimanale. Intanto, i figli hanno iniziato la scuola. Il 2 dicembre, però, il tribunale dei minori di Milano decide positivamente su una richiesta dello Jugendamt per il rimpatrio dei bambini (che hanno anche passaporto italiano) e ne ordina l'esecuzione immediata. «Una delusione enorme », dice la madre, che a quel punto li nasconde: latitanti. Oggi, la quinta sezione penale del tribunale della metropoli lombarda dovrà decidere se estradare la signora Colombo, come chiesto dalle autorità tedesche: la pena, in Germania, può arrivare a cinque anni di carcere. Nella vicenda, il ruolo dello Jugendamt è fondamentale. L'Ufficio — istituito con lo stesso nome nel 1939 sotto la supervisione di Heinrich Himmler e poi riformato negli Anni Settanta — ha sedi in tutto il Paese, è praticamente un potere autonomo, con scarsi controlli e forti legami con la politica locale. Soprattutto — unico in Europa — è allo stesso tempo assistente sociale e magistrato, nel senso che prende decisioni amministrative su questioni essenziali per le famiglie. Il prossimo febbraio, il Consiglio per i Diritti umani delle Nazioni Unite, discuterà di questa istituzione. Molte sono le denunce presentate al Parlamento europeo. La Dichiarazione di Bemberg sullo Jugendamt, stilata dalle Organizzazioni non governative presso il Consiglio d'Europa nell'ottobre 2007, dice tra le altre cose che «è quasi impossibile chiamare a rispondere i dipendenti di questo ufficio né per la legge civile né per la legge penale». Nella vicenda Colombo-Ritter, è come minimo stato decisivo — in quanto terzo genitore — nelle sentenze dei tribunali tedeschi e ha probabilmente fatto precipitare nel dramma un conflitto tra genitori. Per questo articolo, la signora Oddoy del Kreisjugendamt di Monaco ha detto di non potere commentare il caso Colombo- Ritter, in quanto non pubblico. Lo stesso ha detto Ingrid Kaps, portavoce del tribunale di Monaco.

Io tifo per Marinella, e per tutte le persone che si ritrovano in incubi simili, che il suo diritto sacrosanto di madre venga affermato, con tutte le garanzie ed i controlli che il diritto nazionale ed internazionale dovrà ovviamente esercitare.

 Foto e articolo da Corriere.it del 22 dicembre 2008


domenica 11 gennaio 2009

Di ritorno dalla settimana bianca (e gelata)


 Dopo le feste natalizie, finita anche la settimana bianca.  
 Bella, di tranquillo relax, in una struttura accogliente, in un contesto familiare e di amici.  
 Pinzolo, val Rendena, due passi da Madonna di Campiglio: anzi, per dirla tutta, MdC è comune di Pinzolo.
 Paesi innevati, piste innevatissime, temperature polari, sempre sotto lo zero con alcune notti a meno sedici, non so se mi spiego.  
 E paesaggi in zona bellissimi, soprattutto sul percorso del ritorno, tra laghetti ghiacciati, vallate bianche dalla neve e dal ghiaccio, e la stupenda visione del lago di Garda che arriva fin sotto le montagne innevate.
 Ora si riprende con i ritmi di lavoro e di vita quotidiana. 
 Evvabbè.