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venerdì 23 maggio 2008

Waste not - Rifiuti zero ed il Comune di Capannori


post inviato a foggiaweb.it - argomento: isole ecologiche
Non ho intenzione di innescare un dibattito a due, sig. Giorgio, quindi prometto che con questa mail chiudo qui, tornando semmai a riparlarne in seguito nel mio blog. Il "caso Capannori" lo conosco abbastanza bene, non fosse altro perché è un comune di riferimento in tutt'Italia in materia ambientale a tutto tondo (risparmio energetico, differenziazione e recupero rifiuti, consumi etici).
E mi permetta di dire: nella nostra realtà locale non può essere preso a riferimento, nel breve, in quanto le scelte ed i progetti attuati a Capannori partono da molto lontano, in termini di decenni, di lungimiranza politica e di coinvolgimento della cittadinanza, ed i risultati, in questi campi, si valutano e si vedono nel medio - lungo periodo.
Lì i risultati soddisfacenti non derivano solo dalla raccolta "porta a porta", sarebbe relativamente facile, ma da una cultura ambientalistica radicata nel territorio, nell'intelligenza ad affidarsi a tecnici di valore internazionale, nella continuità di una azione politica condivisa dalla cittadinanza e, non secondariamente, da condizioni economiche differenti, sì, anche questo conta.
Cerchiamo, qui da noi, di conseguire obiettivi più realistici nell'immediato, iniziando una programmazione seria in materia ambientale e di rifiuti in particolare, sempre che i nostri amministratori vogliano e ne siano capaci, con l'ausilio di professionisti competenti in materia che possano indicare le strade concretamente percorribili nella nostra città.
Cito, solo a titolo esemplificativo, ciò che proprio il professor Connet, consulente da anni del Comune di Capannori, ha affermato in un convegno tenutosi lo scorso anno, nell'indicare i requisiti per il raggiungimento dell'obiettivo "Rifiuti zero".
Testualmente: "Ci vogliono principalmente tre condizioni: la responsabilità industriale, con la ricerca ad esempio di nuovi materiali sostenibili nella produzione degli imballaggi, la responsabilità della comunità locale ed una buona leadership politica”.
Calato nella nostra realtà:
1 - la ricerca da parte dell'industria degli imballaggi ... non dipende da noi in particolare, ma ipotizziamo che almeno questo requisito sia soddisfatto;
2 - la responsabilità della comunità locale: c'è poca sensibilità diffusa in città, ammettiamolo, e per far crescere la cultura ambientale non a parole, ma nei fatti, ci vogliono decenni;
3 - una buona leadership politica .... chi vuole essere il primo a sparare sulla Croce Rossa?
Tornando a noi, accontentiamoci per ora delle isole ecologiche, utilizziamole, cercando di dimostrare di essere pronti a questa scommessa, un primo gradino verso la civiltà ed una piccola, microscopica assicurazione sul futuro dei nostri figli: e poi che le istituzioni, le amministrazioni locali, e tutti i poteri decisionali si accorgano che in materia di rifiuti e di energia si gioca il destino nostro e delle prossime generazioni.
Senza demagogia, e senza proclami elettoralistici.

2 commenti:

Alessio ha detto...

hai ragione gianfranco... vediamo di tamponare sul breve periodo e poi il resto si vedrà...

Umberto Romaniello ha detto...

A proposito di responsabilità della comunità locale: quanti di noi hanno assistito al tiro a bersaglio dei sacchetti della spazzatura in direzione cassonetto, magari dall'interno di un'autovettura in movimento? E poi, non so se per una diffusa coincidenza, ho notato che recentemente - mi riferisco all'ultimo sciopero degli operatori dell'AMICA - l'immondizia restava accantonata in strada ma i cassonetti erano totalmente VUOTI! Una volta si diceva: "prima di fare l'Italia, occorrerebbe fare gli italiani!".